Edificando, un progetto per costruire il futuro.

Aboubacar temeva che sarebbe stato troppo difficile per lui trovare lavoro in Italia: oggi è caposquadra in un’azienda edile. Michel, che non riusciva a immaginarsi un futuro solido, aiuta ragazzi come lui a prendere fiducia. Due storie di ripartenza sbocciate a Roma in una sperimentazione congiunta di Fondazione Gi Group e Sophia impresa sociale. Un corso gratuito che unisce formazione e accompagnamento, supporto nella gestione degli aspetti burocratici e inserimento lavorativo.

 

«Quando mi chiedevano “Che cosa sai fare?”, io rispondevo niente. Eppure, in Costa d’Avorio ho studiato francese e matematica». È la voce di uno dei beneficiari del progetto pilota Edificando, un’iniziativa congiunta di Fondazione Gi Group e Sophia impresa sociale che nasce da una domanda difficile a cui è fondamentale poter dare una risposta.

Un giovane che ha alle spalle una storia di fragilità, qualunque essa sia, come può superare la barriera di ingresso nel mondo del lavoro? Innanzitutto, con una mano tesa. È nata così, a Roma, un’esperienza pilota che la scorsa estate ha coinvolto 14 ragazzi, 13 con backgroung migratorio e un Neet (Not in Education, Employment or Training, ovvero non inserito nel mondo del lavoro né in percorsi di formazione scolastica), con risultati sorprendenti.

Tutti hanno partecipato a un corso gratuito per imparare le competenze utili per le professioni edile, elettrica e idraulica, con possibilità di inserimento lavorativo. Soltanto uno di loro ha abbandonato il progetto in corsa, 12 oggi hanno un contratto di lavoro regolare e uno ha deciso di implementare la formazione iscrivendosi a un corso di meccanica.
 

«Non li abbiamo mai lasciati soli»

Anche quando si tratta di piccoli numeri, la restituzione positiva non è scontata. La chiave del successo sta nell’approccio. “Co-progettazione, riattivazione del giovane mettendolo al centro, accompagnamento personale, supporto costante e trasferimento di competenze tecniche e teoriche sono gli elementi chiave su cui abbiamo costruito il progetto”. spiega Marco Ruopoli, Presidente di Sophia Impresa Sociale.

“Il percorso ha previsto una formazione tecnica di tipo esperienziale per il profilo dell’apprendista manutentore. Mentre si insegnava un mestiere, l’obiettivo era al contempo quello di sviluppare l’atteggiamento professionale per rendere il soggetto occupabile e riuscire a far in modo che si inserisse e rimanesse sul posto di lavoro” – aggiunge Annalisa Di Paola, Project Manager di Fondazione Gi Group. “Per questo, alla formazione tecnica è seguita la formazione al mercato del lavoro: abbiamo approfondito le diverse tipologie contrattuali, le modalità di ricerca attiva e investito sullo sviluppo di una cultura del lavoro regolare, con i diritti e i doveri a cui ognuno di noi deve adempiere, fino a realizzare delle simulazioni di colloqui di lavoro. Al termine del percorso abbiamo preparato una scheda di valutazione per tenere conto delle inclinazioni e delle qualità di ognuno: un biglietto da visita per il potenziale datore di lavoro, una mappa per orientarsi per il candidato”.

Anche il feedback dalle aziende è positivo. «Ci hanno restituito un impatto in termini di freschezza nel clima relazionale tra colleghi, una maggiore produttività e un buon livello di credibilità e fiducia nel progetto grazie al ruolo di ponte assunto dagli operatori che hanno accompagnato da vicino i partecipanti in ogni singola fase, anche successiva alla formazione».

 

Storie di ripartenza

L’impatto più grande, però, è fuori di dubbio quello che riguarda (e cambia) le vite. Aboubacar ha 22 anni e viene dalla Guinea: è in Italia da un anno e sei mesi. «Quando sono arrivato a Roma, un amico che frequentava con me la scuola di italiano, mi ha proposto di partecipare a questa esperienza», racconta. «Mi ha chiesto “Sei interessato?”, ho detto di sì».

A distanza di poco più di sei mesi da quel corso gratuito, Aboubacar oggi non soltanto ha un contratto di lavoro nel settore edile, ma è anche caposquadra: dirige un gruppo di persone con background migratorio, proprio come lui. «Prima del corso pensavo che trovare lavoro qui in Italia sarebbe stato troppo difficile per me.

Dopo la formazione, è cambiato tutto: ho imparato a fare un curriculum e al colloquio mi sono sentito più sicuro perché non ero solo». La cosa più importante che gli ha lasciato il progetto, in realtà, è un’altra: «Ho trovato persone che mi hanno aiutato senza chiedere nulla in cambio».


 
 

Michel è in Italia da quasi due anni, è stato assistente familiare, operaio nel settore automotive e nei cantieri, poi ha incontrato Edificando. Ha 34 anni «appena compiuti» e origini colombiane.

Al corso si è trovato molto bene, racconta, talmente bene che alla fine del percorso Sophia gli ha chiesto di restare. Oggi sta dall’altra parte della cattedra, accompagna gli insegnanti nei corsi di formazione: «I ragazzi si sentono a loro agio a parlare con me, mi chiedono consigli e aiuto», spiega. «Qualcuno mi ha regalato dei dolci».

Che cosa rappresenta questo lavoro per la sua storia? «La fiducia che hanno riposto in me è speciale, non so spiegare, è qualcosa che ti riempie. Mi spinge a continuare a impegnarmi e ad andare avanti». La lezione più preziosa di Edificando è aver imparato che «un lavoro non è svolgere un compito, andare a casa, dormire e il giorno dopo ricominciare. Lavoro è intraprendere una strada che ti guida e ti insegna ad andare dritto, nella professione come nella vita».

 
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