NUMERI CHE PARLANO
I NEET NELL'UE
L’analisi comparativa consente infatti di mettere a fuoco – attraverso la lettura dei diversi dati d’incidenza del fenomeno – come le politiche, i contesti economici e i fattori culturali contribuiscano ad amplificare o ridurre il fenomeno. A livello europeo, infatti, il panorama si presenta disomogeneo, attraversato da forti divari territoriali e segnato da profonde disuguaglianze legate al genere, all’età, alla cittadinanza e al livello d’istruzione.
Comprendere queste dinamiche è utile per leggere meglio anche il caso italiano e per individuare strategie di intervento più efficaci, ispirandosi alle esperienze dei Paesi che mostrano risultati più positivi.
I TREND NELL’UE
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Andamento del tasso di NEET (15-29 anni) nei Paesi europei e media europea, anni 2019, 2023 e 2024 [Fonte: elaborazione ODM Consulting su dati Eurostat]
In media in Europa il tasso di NEET è passato da 12,8% nel 2019 all’11% nel 2024; nello stesso periodo, il tasso di NEET in Italia calato di circa 7 punti percentuali, passando dal 22,3% al 15,2%. Un decremento importante, che tuttavia non è bastato a riposizionare l’Italia in linea con la media europea o a farle risalire la classifica dei paesi “virtuosi”, nella quale occupa ancora la penultima posizione, subito davanti alla Romania.
Storicamente, il tasso di NEET è inferiore nei Paesi del Nord e Centro Europa: nel 2024 i valori più bassi si riscontrano in Olanda (4,9%, contro il 4,7% del 2023), Svezia (6,3%, contro il 5,7% del 2023), Danimarca (8%, in calo dal 2019), Germania (8,5%, fondamentalmente stabile nel periodo), Austria (9,2%, in aumento rispetto al 2019), Finlandia (9,8%, contro il 9,2% del 2023 e già in crescita rispetto al 2019), Belgio (9,9%, era al 9,6% nel 2023). Tutti questi Paesi, insieme a Irlanda, Polonia, Portogallo, Malta e Slovenia, hanno già raggiunto o sono prossimi al target europeo del 9% previsto per il 2030.
LE VARIABILI DI APPROFONDIMENTO DEL FENOMENO NEET NELL’UE
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Tasso di NEET (15-29 anni) per genere nei Paesi europei e media europea, anno 2024 [Fonte: elaborazione ODM Consulting su dati Eurostat]
Rispetto alla media europea, in Italia il divario di genere è maggiore, con una maggior incidenza fra le donne. Se in media, nel 2024, la differenza nei tassi di NEET per donne e uomini fra i 15 e i 29 anni in Europa è di 2,1 punti percentuali (12,1% per le donne contro 10% per gli uomini), nel nostro Paese il gap sale a 2,8 punti (16,6% per le donne contro il 13,8% per gli uomini).
La Romania è il Paese in cui si registra la differenza di genere più ampia: qui l’incidenza del fenomeno NEET nella componente femminile è del 25,2% contro il 14% della componente maschile (11,2 punti percentuali di differenza). All’opposto, in Belgio, Estonia, Finlandia e Svezia il tasso di NEET degli uomini è addirittura superiore a quello delle donne: nel dettaglio, in Belgio e in Finlandia la forbice è di circa un punto percentuale e mezzo, in Estonia di oltre 2 punti e in Svezia di mezzo punto.
Tasso di NEET per classi d’età (15-34 anni) nei Paesi europei, anno 2024 [Fonte: elaborazione ODM Consulting su dati Eurostat]
In media, in Europa l’incidenza del fenomeno NEET cresce all’aumentare dell’età. Si tratta di un trend comune a tutti i Paesi, dovuto anche al fatto che nelle fasce anagrafiche più basse (15-19 e 20-24 anni) è più probabile che i/le giovani siano ancora inseriti in percorsi di formazione, rispettivamente secondaria e terziaria. Tuttavia, se in media in Europa il salto dalla fascia 20-24 alle successive è limitato (2 punti percentuali circa), in Italia risulta decisamente più marcato (circa 5,5 punti percentuali in più), segnalando una maggior vulnerabilità delle fasce giovani-adulti.
Nel nostro Paese, infatti, nel 2024 il tasso di NEET è pari al 6% nella fascia 15-19 anni, al 17,8% nella fascia 20-24, al 21,5% nella fascia 25-29 e al 23,2% nella fascia 30-34. Un andamento simile si osserva in Grecia, dove il tasso di NEET calcolato per i 20-24enni è del 16,2% e sale a circa il 23% per i 25-29enni e i 30-34enni. Anche in Germania, seppur su livelli inferiori, il tasso di NEET è considerevolmente più alto per i 30-34enni (13,1%) in comparazione ai 20-24enni (8,8%) ma anche ai 25-29enni (10,6%). Fra i Paesi balcanici e dell’est Europa (ma anche in Portogallo) è comune che il tasso di NEET per i 30-34enni sia inferiore rispetto a quello dei 25-29enni (si vedano i casi di Bulgaria, Estonia, Croazia, Ungheria, Lituania, Polonia).
Tasso di NEET (15-29) per cittadinanza nei Paesi europei, anno 2024 [Fonte: elaborazione ODM Consulting su dati Eurostat]
Se in media in Europa, nel 2024, il tasso di Neet fra i 15 e i 29 anni è del 10,2% fra le persone native del Paese di residenza, per coloro che hanno cittadinanza straniera il tasso è del 18,2%, 8 punti percentuali più alto. Se si distingue ulteriormente fra stranieri provenienti da Paesi UE o non-UE, si nota che mentre fra i/le giovani stranieri/e UE il tasso di NEET è solo lievemente superiore a quello di chi è nato/a in UE (13,3%), fra le persone con cittadinanza di un Paese non-UE il tasso sale al 20,1% (quasi 10 punti percentuali in più).
Un andamento simile si osserva anche in Italia, dove per i/le nativi/e il tasso di NEET è del 14,3%, ma giunge al 23,7% fra la popolazione straniera: in particolare, il tasso di NEET si attesta al 19,1% per chi è straniero UE mentre arriva al 24,9% fra i/le giovani stranieri/e con cittadinanza non-UE residenti in Italia. Da notare però che la distanza fra stranieri UE e non-UE è meno marcata rispetto alla media europea: in Italia, infatti, il tasso di NEET per gli stranieri europei è inferiore di 4,6 punti percentuali rispetto agli stranieri non europei, mentre a livello europeo lo scarto dei tassi calcolati fra questi due gruppi è di quasi 7 punti percentuali.
La Spagna e la Germania sono i due Paesi in cui la differenza nel tasso di Neet fra nativi e stranieri non-UE è maggiore (rispettivamente 13,5 e 13,7 punti percentuali). Seguono Austria, Belgio e Francia, sempre con divari fra nativi e stranieri non-UE superiori a quelli osservati in Italia.
Tasso di NEET (15-29) per titolo di studio nei paesi europei, anno 2024 [Fonte: elaborazione ODM Consulting su dati Eurostat]
In media, in Europa nel 2024 è in condizione NEET il 7,9% dei laureati sotto i 29 anni, contro il 12,6% di chi ha un’istruzione primaria o secondaria inferiore e l’11,3% di chi ha un diploma di scuola secondaria superiore. Mentre in alcuni Paesi c’è una progressione graduale nell’associazione fra titolo di studio e percentuale di NEET (ovvero a titoli di studio superiori corrispondono anche tassi di Neet inferiori) in altri tale progressione non c’è.
Proprio fra questi ultimi Paesi troviamo l’Italia, dove il tasso di NEET più alto si riscontra fra chi ha un diploma di scuola secondaria superiore (17,8%), mentre è inferiore fra chi ha una laurea (11,8%) seguito a poca distanza da chi raggiunge al massimo la scuola secondaria inferiore (13,3%). Una configurazione simile a quella italiana si riscontra anche in Polonia, in Grecia, in Irlanda, in Portogallo e nei Paesi baltici.
LA “TIPOLOGIA” DI NEET NELL’UE
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Figura 6 – Distribuzione di NEET (15-29) per categorie Eurofound, anno 2022 [Fonte: elaborazione ODM Consulting su dati Eurostat]
Il dato comparativo delle tipologie di NEET secondo il modello Eurofound più recente risale al 2022. Nel 2022, fra le componenti più vulnerabili dei NEET 15-29 anni (al di là della dimensione altro) pesa in Italia soprattutto quella dei re-entrants (19%) seguita dai disoccupati di lungo periodo, che rappresentano il 18% dei NEET del Paese. Si tratta di un dato superiore a quello medio europeo (12%) e in linea con il trend spagnolo e portoghese (19% e 17% rispettivamente), mentre è di molto inferiore a quello greco (26%).
Più basse della media europea risultano invece le percentuali di scoraggiati (1% vs 3%) e di NEET per ragioni familiari (15% vs 19%), anche se in quest’ultimo caso l’incidenza è superiore rispetto a Paesi come la Spagna 10% o quelli del nord Europa. Da notare che quasi un NEET su tre in Italia ricade nella categoria residuale “altro”.