Parlare di come i NEET cercano lavoro può sembrare, all’apparenza, un paradosso. Infatti, se ci si limita all’immagine stereotipata di giovani inattivi, è difficile conciliare tale condizione con quella di chi è impegnato nella ricerca di un’occupazione.
Per evitare confusione, conviene ricordare che, dal punto di vista statistico, il tasso dei NEET viene calcolato come il numero di coloro che non studiano, non lavorano e non seguono alcun tipo di formazione, rapportato al totale della popolazione per la stessa fascia di età considerata. Questo significa che tra i NEET sono inclusi anche alcuni giovani che sono disoccupati e in cerca di occupazione: rispetto al loro aggregato, i NEET includono anche le persone inattive (cioè coloro che non cercano attivamente lavoro), ed escludono invece tutti quei disoccupati che sono impegnati in percorsi formativi.
La posizione dei giovani NEET alla ricerca attiva di un lavoro risulta ancora più chiara se si considera come essi vengono classificati per cogliere l’eterogeneità della loro condizione. Nella categorizzazione promossa da Eurofound si possono distinguere sette diverse categorie di NEET:
- • Prossimi al rientro nel mercato del lavoro
- • Disoccupati a breve termine (chi sta cercando attivamente un lavoro da meno di dodici mesi ed è disponibile a cominciare a lavorare entro due settimane)
- • Disoccupati a lungo termine (chi sta cercando da almeno dodici mesi un lavoro senza trovarlo ed è disponibile a cominciare a lavorare entro due settimane)
- • Scoraggiati (chi ha smesso di cercare un lavoro)
- • Indisponibili per responsabilità familiari (chi resta inattivo a causa dei carichi di cura)
- • Indisponibili per malattia o disabilità
- • Indisponibili per altre ragioni
Tra queste sette categorie, le due dei disoccupati – che nel 2024 pesavano complessivamente per circa il 28% del totale – sono quelle composte da giovani NEET che sono attivamente alla ricerca di un lavoro. È dunque interessante approfondire quali sono le strategie e i canali che vengono preferibilmente utilizzati da questo particolare sottoinsieme di NEET.
Le tabelle mettono in evidenza come le modalità privilegiate nella ricerca di un lavoro siano i contatti e le relazioni: primariamente con amici ed ex colleghi, attivate nel 72% dei casi, quindi con parenti e familiari (64%).
Non vi sono significative differenze da questo punto di vista tra uomini e donne, mentre per quanto riguarda l’area geografica di residenza si possono rilevare percentuali superiori al Sud e nelle Isole, e percentuali inferiori – anche di dieci punti – nel Nord Ovest e nel Nord Est.
Si tratta di due canali per cercare un lavoro che sfruttano un sistema di conoscenze piuttosto che di competenze, come si desume dal fatto che essi perdono di rilevanza al crescere del titolo di studio: per i laureati scendono, rispettivamente, al 53% e al 48%, a favore di altre modalità (sistemazione e invio cv 70% e esaminazione offerte 67%) mentre per chi ha un titolo di studio che arriva al più alla licenza media amici e colleghi e parenti e famigliari sono indicati rispettivamente dall’80% e dal 71% dei NEET che cercano attivamente lavoro.

In aggiunta ai canali relazionali, numerose sono poi le segnalazioni – con una diffusione tra il 40% e il 60% – per le azioni di ricerca diretta, ovvero mediante la propria candidatura, la consegna del CV, l’esame delle offerte, l’analisi delle inserzioni e degli annunci. Anche in questo caso, emerge una discrepanza tra i NEET dei diversi territori, dal momento che queste modalità sono attivate in misura decisamente superiore dai giovani disoccupati del Nord Est e soprattutto del Nord Ovest: qui l’esame delle offerte e l’importanza del CV, mediamente segnalate nel 60% e nel 62% dei casi, raggiungono rispettivamente l’ 80% e il 78%, con un gap di circa trenta punti percentuali rispetto al Sud e alle Isole.
Assai meno frequente è il ricorso ai canali intermediati. I Centri per l’Impiego vengono attivati, infatti, solo dal 29% dei NEET, con un percepibile squilibrio territoriale fra il Nord Est, dove il canale, agli occhi dei rispondenti, è molto più efficace (36%), e il Nord Ovest, dove invece viene particolarmente sottovalutato (23%). Per questo canale si registra una significativa correlazione negativa con la scolarità, dal momento che la sua diffusione è molto più alta in chi ha un diploma (32%) o al più la licenza media (27%) rispetto a chi è laureato (22%).
Ancor meno utilizzate sono le Agenzie per il Lavoro, alle quali ricorrono solo il 20% dei NEET disoccupati: la percentuale è decisamente inferiore al Sud e nelle Isole (13%), mentre arriva al 34% al Nord. Nella ricerca di un lavoro in somministrazione sono più coinvolti i NEET stranieri (24%) rispetto a quelli di cittadinanza italiana (19%).
L’11% dei NEET prende in considerazione anche il canale dei concorsi pubblici: la domanda di partecipazione è superiore al Sud (15%) e inferiore nel Nord Est e nel Nord Ovest (4% e 7%), e così anche lo svolgimento effettivo delle prove previste dai concorsi, sebbene con tassi leggermente inferiori. La domanda di partecipazione ai concorsi pubblici risente in modo sostanziale del titolo di studio e della cittadinanza, poiché è molto più frequente tra i NEET laureati (24%) che non tra quelli che possiedono un diploma (11%) o con la sola licenza media (4%), ed è un percorso individuato solo dal 2% dei NEET stranieri rispetto al 12% dei NEET con cittadinanza italiana.

