Ripensare il proprio ruolo
nella realtà sociale ed economica
Stiamo attraversando un tempo di profondo e veloce cambiamento in cui svolte tecnologiche, mutata composizione demografica mondiale, scarsità di risorse, spostamento del potere economico verso i Paesi in via di sviluppo, nuove attitudini e preferenze individuali nonché nuove norme e regole del lavoro richiedono a persone, aziende e istituzioni di ripensare e rivedere il loro ruolo all’interno della realtà sociale ed economica. Tale esigenza è stata acuita e resa ancora più urgente dalla grave situazione di crisi sanitaria ed economico-sociale generata dal COVID-19.
Convinti che, per quanto difficile, ogni momento di crisi possa rappresentare un’occasione di evoluzione e di crescita e, consapevoli che nessuno può prevedere con certezza come evolverà la situazione nel medio termine, possiamo però immaginare che la congiuntura attuale non possa essere interpretata come un’emergenza dopo la quale si ritornerà ad uno stato di “normalità” pre-crisi.
Sviluppo sostenibile
Per evitare che si disgreghi il tessuto sociale ed economico del Paese sarà necessario agire velocemente coinvolgendo e facendo cooperare fra loro persone, organizzazioni, corpi intermedi, parti sociali, mondo della scuola e istituzioni per dare vita a sistemi produttivi, a sistemi di politica economica e a organizzazioni sociali profondamente trasformati, innovativi e flessibili per realizzare uno sviluppo sostenibile, «capace di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri» (Our common future, Brundtland, 1987).
Creare le condizioni
per sviluppare la propria professionalità
All’interno di questo contesto, in continuo e veloce cambiamento il lavoro deve assumere centralità e deve essere reso sostenibile per le persone, le organizzazioni e la società, nella consapevolezza che digitalizzazione e transizioni frequenti influiscono, e influiranno sempre più profondamente, sul concetto stesso di lavoro.
Come sottolineato nel 2015 da Eurofound, «lavorare in modo sostenibile significa, innanzitutto, creare le condizioni affinché le persone possano sviluppare la propria professionalità e rimanere attive durante tutta la loro vita in un’ottica di costante occupabilità, eliminando i fattori che scoraggiano od ostacolano l’ingresso, la permanenza e la crescita nel mondo del lavoro».
Le 3 dimensioni
del lavoro sostenibile
Il Lavoro Sostenibile si compone di tre dimensioni, che rappresentano i protagonisti del mondo del lavoro: Persone, Organizzazioni e Istituzioni.
Tre dimensioni che sono in forte correlazione tra loro, intersecandosi e influenzandosi reciprocamente. Gi Group lavora e collabora con le componenti di ciascuna dimensione per promuovere il Lavoro Sostenibile e facilitare la sua concreta attuazione. Di seguito gli elementi che definiscono, secondo Gi Group, che cosa significa Lavoro Sostenibile per ciascuna dimensione e che guidano le attività e i progetti della Fondazione per realizzarlo.
Persona
Svolgere un lavoro dignitoso, cogliendo il senso e il valore di ciò che si fa e del bisogno a cui si risponde, alimentando la consapevolezza del proprio valore come persona e della propria professionalità
Anche il rapporto di lavoro – inteso come contratto regolare, che riconosca una retribuzione in linea con la mansione -, il contributo dato e la qualità del lavoro svolto contribuiscono a rendere più consapevoli del proprio valore e professionalità.
Tutelare il benessere psico-fisico individuale
anche attraverso un corretto equilibrio
vita professionale ed extra professionale
Oltre all’attenzione ai temi di salute e sicurezza, è un fattore imprescindibile per un lavoro sostenibile un benessere psico-fisico che deve essere sostenuto lavorando in un contesto accogliente, inclusivo e collaborativo, che pone attenzione al giusto equilibrio vita-lavoro, favorendo autonomia e responsabilità, mettendo a disposizione servizi di welfare e benessere.
Investire nello sviluppo delle competenze per alimentare
la propria professionalità e spendibilità
nel mercato del lavoro per stare al passo coi tempi
Costruire relazioni professionali
che generino fiducia, riconoscimento, spirito
di squadra e valorizzazione del talento
Organizzazione
Accrescere la resilienza
e la capacità di rispondere
in modo agile ai cambiamenti
del mercato
Privilegiare l’innovazione
e la creazione di valore come guida
per la gestione del cambiamento
del medio-lungo periodo
Identificare nuove modalità innovative
con cui coniugare efficienza,
produttività e distribuzione
del profitto
La digitalizzazione dei processi viene intesa come modalità per abilitare nuove forme di collaborazione e accessibilità al know-how aziendale.
Assicurare diritti umani
e un lavoro dignitoso ed inclusivo
per poter valorizzare anche le persone più “fragili”
Promuovere il lavoro sostenibile vuol dire anche accorgersi e farsi carico delle persone “fragili”, cogliendo e valorizzando le loro capacità e sensibilità che diventano risorse produttive, motivazionali e valoriali, mettendo in atto politiche di inclusione con impatto a livello culturale e organizzativo.
Investire nella formazione e
nella valorizzazione delle persone
rendendole ingaggiate e produttive
Essa richiede anche lo sviluppo di soluzioni organizzative capaci di assicurare la regolarità di contratti, retribuzioni e contribuzioni, la salute psico-fisica e il benessere delle persone, nonché un ambiente di lavoro non discriminatorio, inclusivo, equo e meritocratico, che mette a disposizione soluzioni per favorire un soddisfacente equilibrio fra vita professionale e privata.
Creare un ambiente di lavoro capace di valorizzare donne,
giovani e persone con significativa anzianità lavorativa,
assicurando equità, meritocrazia e soluzioni di lavoro coerenti
con le loro specifiche esigenze
Ridurre gli sprechi e porre attenzione
all’impatto ambientale e sociale agendo
in ottica di promozione e competitività
del territorio
Società
Sostenere lo sviluppo delle aziende
attraverso efficaci politiche industriali
capaci di creare opportunità di lavoro
Combattere efficacemente
il lavoro nero, l’evasione contributiva
e l’evasione fiscale
Sviluppare le politiche attive del lavoro e sostenere l’incontro fra domanda e offerta
più veloce e dinamico attraverso la collaborazione fra pubblico e privato
nell’attuazione dei servizi al lavoro, con particolare attenzione a donne, giovani,
persone con significativa anzianità lavorativa e lavoratori fragili
Promuovere una flessibilità “sostenibile” che risponda alle necessità
delle aziende e delle persone tutelandole e accompagnandole negli
equilibri vita-lavoro e nel corso delle transizioni di lavoro
Ridurre il disallineamento formativo
e promuovere una formazione personale
e professionale di qualità
per attivare, e aggiornare le capacità
Nel 2019 in Italia 1,2 milioni di posti di lavoro sono rimasti scoperti per mancanza di persone in grado di occuparli e il fenomeno non potrà che crescere senza lo sviluppo di specifiche politiche. Per rendere il lavoro sostenibile, le istituzioni dovranno:
- rivedere i programmi scolastici e rafforzare i momenti di contaminazione fra scuola e mondo del lavoro (tirocini, stage, apprendistati);
- investire sulla formazione e l’aggiornamento continuo delle competenze per rendere le persone in linea con le esigenze del mercato, finanziando con risorse pubbliche solo i corsi più efficaci per la formazione (tasso di coerenza tra formazione impartita e sbocchi occupazionali effettivi);
- investire in soluzioni che rendano possibile l’effettiva attivazione delle capacità delle persone;
- alimentare l’employability delle persone e facilitare lo spostamento di professionalità fra settori diversi.